Alla faccia della crisi
economica! La recessione che ha colpito in questi anni tanti cittadini italiani
- e dunque anche osimani - non ha certo
riguardato il vertice di Astea SpA, dove giravano compensi da capogiro. In
particolare risulterebbe che un solo dirigente sia costato all’azienda quasi
900 mila euro in tre anni, a cavallo tra il 2010 e il 2013. Niente male in una
fase in cui gli osimani facevano i salti mortali per pagare le bollette di
acqua, luce e gas, ossia i servizi erogati proprio da Astea.
L’interrogazione presentata dal
Pd nell’ultimo Consiglio Comunale ha provato a far luce su questo tema, spinoso
e a quanto pare scomodo. Tanto che la risposta ricevuta dal Sindaco tramite la
società Astea Spa, è stata PARZIALE e INCOMPLETA, in quanto l’azienda non vuole
rivelare dati sensibili personali che riguardino i propri collaboratori, e
sarebbe in attesa di un parere legale in merito per capire come muoversi. Noi
aspettiamo, ma ovviamente INSISTEREMO, perché crediamo che i cittadini abbiano
il diritto di conoscere i costi sostenuti dalla principale società partecipata
dal Comune di Osimo. Riteniamo inoltre che questo non comporti alcuna
violazione della privacy, anzi sia un atto dovuto ai sensi del D. Lgs. n. 165/2001 e da ultimo del D.
Lgs. n. 33/2013, che impone l’obbligo di
pubblicare i compensi di chi ha ottenuto incarichi dirigenziali e di
collaborazione o consulenza, dall’amministrazione pubblica o da una società da
essa partecipata.
Comunque in attesa che Astea
decisa sul da farsi, noi proviamo ugualmente a fare una ricostruzione fedele
dei fatti.
Secondo quanto dichiarato dal
Sindaco nell’ultimo consiglio comunale – previa risposta scritta in merito
ricevuta dall’azienda – il costo
sostenuto per l’ex direttore generale di Astea tra aprile 2010 e dicembre 2011
è stato pari a 412.157 euro, oltre ad ulteriori compensi che l’azienda per il
momento ha preferito non divulgare. Peccato che a divulgarli c’abbia già
pensato il diretto interessato, il quale ha dichiarato recentemente su un
periodico locale di aver percepito compensi da consulente esterno per euro
96.149 nel 2012 ed euro 94.718 nel 2013, e di aver percepito nel 2011 una
buonuscita comprensiva di TFR pari a 285.483 euro. Facendo la somma il
risultato è di euro 888.507. Quindi,
ricapitolando: l’Astea nel 2011 risolve il rapporto con il suo direttore
generale (che se ne va in pensione), gli eroga anche una lauta buonuscita per
ringraziarlo, e poi continua ad affidargli incarichi esterni di consulenza. Davvero
una bella storia.
I cittadini osimani devono poi
sapere che nello stesso periodo l’Astea Spa poteva anche permettersi un
presidente che svolgeva le funzioni di amministratore delegato, ovviamente
percependo una doppia indennità pari complessivamente ad euro 48.000. Dunque
c’era un amministratore delegato dal Cda a dirigere un’azienda che in realtà
aveva già un suo direttore. Ma il ruolo di Direttore Generale, massima figura apicale, poteva essere
effettivamente e legittimamente svolto dall’Amministratore Delegato o
viceversa, senza così moltiplicare e sovrapporre funzioni, mansioni e
soprattutto compensi.
E infatti oggi l’Astea Spa ha un amministratore delegato ma non ha un
direttore generale. Meditate gente, meditate.