La festa della Liberazione,
della riconquista della libertà, è una giornata che induce a tenere caro e vivo
il ricordo e coltivare sempre quei valori fondamentali di democrazia, pace
universale, che il popolo italiano aveva perso ed essere vigili, affinché
l’oppressione delle dittature, che avevano trascinato i popoli europei e di
ogni parte del mondo alla guerra, portando distruzione e morte, nella vita e
nell’animo delle donne e degli uomini, non abbia a ripetersi.
Per noi è il 25 aprile;
altre nazioni della nostra Europa festeggiano questo evento, in date diverse,
ma con lo stesso significato, ad esempio il 5 maggio in Olanda e Danimarca, l’8
maggio in Francia, Norvegia, Slovacchia, Repubblica Ceca. Tutti dunque
conservano la memoria di quel tempo e della liberazione da quel tempo che non
deve più tornare, in nessuna forma di divisione, sofferenza, fame, morte, di
cui resta a testimonianza anche il ricordo vivo di coloro che lo hanno patito e
che sono tra noi a testimoniarlo.
Da quel momento di
liberazione collettiva nasceva già l’ideale necessità che i popoli d’Europa
fossero uniti da principi assoluti, fondati sulla libertà e la dignità delle
donne e degli uomini e sulla cooperazione tra i popoli: c’era già chi pensava
alla necessità di unire i popoli e gli Stati d’Europa, per dare un tempo di
pace definitivo, di libertà e democrazia.
Una data, il 25 aprile,
fissata con legge 260 del maggio 1949 con Alcide De Gasperi Presidente del
Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, considerato tra i padri
fondatori dell’Unione Europea.
Quindi come non ricordare
proprio oggi anche la figura di Altiero Spinelli, uno dei padri della nostra
Europa. Militante politico, un decennio nelle carceri, anni di confino come
oppositore antifascista. Ed in quel periodo, discutendo con altri condannati,
redigeva, tra il 1941 e il 1942, il Manifesto
per un'Europa libera e unita, meglio noto come Manifesto di Ventotene, poi trafugato e diffuso anche grazie al
contributo di donne come Ada Rossi (partigiana e antifascista) ed Ursula
Hirschmann (antifascista tedesca) per il loro tenace lavoro di “collegamento
tra Ventotene e il mondo”.
Dalla
liberazione dunque arrivava già una nuova visione per una nuova Europa, per la
pace e la cooperazione tra i popoli.
Quanta
strada da quel 25 aprile 1945 e dalle giornate della liberazione degli altri
popoli europei; e quanto è stato ricostruito, con la forza della necessità di
risollevarsi dalle macerie materiali e umane lasciate dalle dittature.
Ed
oggi il nostro impegno per la pace e lo sviluppo passa attraverso il
consolidamento dell’Unione Europea e la ricerca di una sempre maggiore visione
solidale dell’interesse comune europeo, che deve superare gli interessi
particolari di ogni nazione. Una Europa, patria di tutti; tutti cittadini
europei, di tutta l’Europa liberata.