L’atto trae origine dalla situazione di grave discriminazione fiscale in
Italia, che vede per i prodotti igienici femminili essenziali (assorbenti
interni, esterni, coppette mestruali), l’applicazione dell’aliquota IVA massima
del 22%, la stessa prevista per i beni di lusso, non considerando che trattandosi
di beni primari dovrebbero avere un’aliquota minima, come generi di prima
necessità.
Si calcola che ogni donna, nel corso della sua vita, affronti circa 520
cicli mestruali, per i quali sostiene una spesa media di circa 1700 euro in
prodotti igienici, spesa che potrebbe essere sensibilmente diminuita se fosse
applicata un tassazione agevolata per tali prodotti.
Nel 2019 il Parlamento italiano ha approvato l’aliquota del 5% solo per i
prodotti igienici lavabili o compostabili; si tratta però di prodotti poco
diffusi e di per sé molto costosi.
Purtroppo l’Italia si colloca come fanalino di coda fra i Paesi europei ed
occidentali nell’applicare una detassazione ai dispositivi di igiene intima
femminili, quando lo stesso Parlamento Europeo ha sollecitato l’utilizzo
di aliquota ridotta per i prodotti di igiene femminile; alcuni Paesi (Francia,
Spagna, Germania, Paesi Bassi, Belgio) hanno infatti diminuito la cosiddetta
“tampon tax”; in Irlanda la tassazione sugli assorbenti è stata abolita, mentre
nel Regno Unito essi vengono distribuiti gratuitamente alle studentesse.
L’atto approvato in consiglio comunale
sollecita inoltre l’Amministrazione Comunale a verificare con le Farmacie
osimane la possibilità di applicare prezzi particolarmente contenuti e
promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili, (quali
tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali) ed ogni
altra eventuale iniziativa per migliorare la disponibilità e l’educazione
all’uso di questi prodotti da parte delle donne ed in particolare delle fasce più
svantaggiate.
L’ordine del giorno impegna infine
l’Amministrazione a sollecitare il Governo ed il Parlamento a prevedere
un’immediata riduzione dell’aliquota per i prodotti igienico-sanitari
femminili, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla
salute ed all’igiene femminile, e a fare da tramite con la Regione Marche
per affrontare ed approfondire il fenomeno della “povertà mestruale”, anche
eventualmente attraverso uno studio qualitativo delle fasce economicamente a
rischio, e prevedere un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di
prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli.