Perché è importante che sia tutti i giorni un 25 Novembre

di Eliana Flamini - Consigliere Cumunale del Pd Osimo e membro della Consulta Pari Opportunità


In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne dello scorso 25 novembre, sono state molte le iniziative nella nostra città che hanno evidenziato il problema e la voglia di affrontarlo, sia da parte di Associazioni e Istituzioni che da parte dei privati cittadini.
E’ opportuno pertanto sottolineare qualche dato per ricordare il peso della questione: in Italia ogni anno più di 1 milione di donne finisce nella rete dei soprusi al maschile, che si ripetono fino a raggiungere la spaventosa cifra di 14 milione di atti di violenza (dallo schiaffo allo stupro); nel 2013 si contano 179 femminicidi, cioè 1 ogni 2 giorni (nel 2012 era 1 ogni 3 giorni), di cui 7 casi su 10 si sono consumano all’interno delle mura domestiche. E la crisi non aiuta, tanto che c’è un forte aumento dei ‘matricidi’ ( il 18,9% contro il precedente 15,2%) compiuti spesso per questioni di soldi o eredità.
Cifre paurose, ma soprattutto  per un Paese che si reputa civile!
Ma quello che a mio parere rende tutto più difficile sono gli stereotipi che la nostra società continua a mantenere, ad esempio: 1 persona su 5 considera accettabile denigrare una donna con una presa in gito a sfondo sessuale; 6 italiani su 10 ritengono che usare un corpo femminile per fini commerciali sia normale; il 61% delle intervistate donne ritiene che ciò che succede in coppia non debba interessare agli altri; il 77% che se ogni tanto gli uomini diventano violenti è per il troppo amore.
Per non parlare poi della paura di denunciare: solo il 7,2% delle vittime denuncia i soprusi. Questo dimostra l’inefficacia della rete delle forze operanti in questo ambito, che risulta spesso inappropriata, impreparata, slegata ed incapace di gestire le necessità della vittima.
Il nostro territorio non è esente da questa problematica, lo confermano i dati del Rapporto Annuale della Regione Marche (curato dall’Osservatorio regionale delle Politiche sociali): ad Ancona i contatti ricevuti dai 5 Centri Antiviolenza (CAV), 2 Case di Accoglienza e 1 Casa di Emergenza sono aumentati da 126 del 2012 a 147 del 2013. Si conferma la dimensione “familiare” del fenomeno e quello della violenza sotto gli occhi dei loro figli ( 67% dei casi). Quanto alla condizione lavorativa: solo il 28,5% è occupata in maniera stabile, mentre la disoccupazione femminile nella nostra Regione è all’11,6%, contro quella maschile ferma all'8,4%. Ma problemi ci sono anche sul posto di lavoro, che dovrebbe essere il luogo dell'autonomia delle donne, mentre rischia di diventare luogo di violenza (spesso di abusi, ricatti, molestie, disparità contributiva e salariale, posizioni lavorative e mansioni inaccessibili, mobbing e violenza psicologica). 
Una prima novità importante è rappresentata dalla recente assegnazione di risorse statali rese disponibili (“legge anti-femminicidio” n.119/2013) che destina alla Regione circa 400.000 euro a questo fronte per il sostegno ai Centri antiviolenza, alle Case di accoglienza e per attività di prevenzione, informazione, monitoraggio. Si aggiungono 97.000 euro annui stanziati dalla Regione Marche.
Purtroppo dal quadro si denota comunque una certa incapacità della rete delle forze operanti nel settore ad accogliere e sostenere le vittime dei soprusi. In particolare le prime figure che potrebbero essere contattate dalle vittime, forze dell’ordine e medici, risultano impreparati alla comprensione del problema ed al giusto indirizzamento verso altre figure, es. centri accoglienza o psicologi etc.
La stessa Consigliera di Parità della Provincia di Ancona, Pina Ferraro, intervenendo ad Osimo ospite degli eventi SNOQ, ha ribadito la necessità di una rete tra tutte le forze operanti in cui vengano sanciti compiti e ruoli di ciascun organismo e che entri in vigore nell’immediato. La stessa figura della Consigliera di Parità risulta ancora poco conosciuta sul territorio nonostante la sua importanza.
E’ necessario dunque portare avanti le azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale coinvolto (Forze dell’Ordine e Medici in primis) e l’accrescimento dei centri di accoglienza presenti sul territorio. Lo stesso Assessora della Regione Marche Paola Giorgi e l’Assessore  del Comune di Osimo Daniele Bernardini si sono impegnati a fornire tutte le informazioni relative ai centri antiviolenza più vicini presenti nel nostro territorio. Assieme a loro SNOQ Osimo ha pensato ad un corso di formazione rivolto a tutti i medici affinché sappiano riconoscere i segni della violenza e sappiano a chi rivolgersi nel caso in cui i maltrattamenti siano certi.